La Persistenza della memoria


Salvador Dalì, La persistenza della memoria, 1931
Testo alternativo


La narcisistica, sfrontata esibizione dell' "io" e delle sue perversioni sono la chiave di volta freudiana per capire Dalì, la sua personalità e la sua pittura, nella quale si esaspera una di quelle manifestazioni dell' "amore folle" intensamente esplorata dai surrealisti. Paradigmatico in tal senso è il quadro con gli "orologi molli": "La persistenza della memoria", in cui Dalì usa l' oggetto della sua opera per dare corpo alle immagini della propria libido, così come le qualificazioni contrastanti di "molle" e "duro" offrono una dimensione, oltre che tattile, sessuata dell 'universo. Quì si ha un' evidente allusione al tempo che "non passa", ossia alla morbosa situazione del bambino che "non cresce" e resta ancorato a forme autoerotiche che, se non modificate, possono generare gravi stati nevrotici, che fisiologicamente e figurativamente si strutturano come contrasto di duro e molle, di turgore e afflosciamento, di umidità e secchezza. Ispirato dopo una cena a base di un "supermolle" camembert, Dalì rappresenta sulla tela alcuni orologi molli,deformati e collocati in un paesaggio irreale: in questo modo il simbolo razionale del tempo(l' orologio) si trasforma in un oggetto irrazionale. Gli oggetti molli possono essere anche interpretati come simbolo della degenerazione continua della realtà. Gli orologi molli biologicamente sono le molecole giganti del D.N.A. -acido desossiribonucleico- daliniano, che costituiscono i fattori di eternità. Sono masochisti proprio perchè eterni.



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